Produzione edilizia contro speculazione

  Alle battaglie stile Davide contro Golia l’Architetto Pier Paolo Sigismondi è abituato. E’ una sua iniziativa  l’originale progetto architettonico del X Municipio al passo con i tempi in termini di sostenibilità ambientale e nuove tecnologie. Come già noto a molti , si chiama, dal lontano 2004, anno in cui fu concepito, Villaggio Verde Roma  e  si trova tra Macchia Casal Palocco e Acilia (in via Corrado Cagli 57 angolo via Giuseppe Molteni). Il complesso è un insieme

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coerente di abitazioni (tante le tipologie: dall’appartamentino di circa 40 mq alle ville angolari indipendenti) immerso in un parco pubblico e già perfettamente dotato di strade, allacci , fogne e alberature. Solo al Villaggio Verde è possibile fruire contemporaneamente di una pista ciclabile, di una ricca vegetazione, di futuri spazi commerciali e del meglio della tecnologia applicata alla casa (pannelli solari termici e fotovoltaici, riciclo delle acque, climatizzazione completa ad emissioni zero con l’uso di efficienti pompe di calore, muri di schermo e frangisole, ecc..). Con l’Architetto Pier Paolo Sigismondi abbiamo quindi proseguito le riflessioni delle chiacchierate precedenti per approfondire molti aspetti di questo piccolo miracolo e di produzione edilizia…

Architetto come siamo messi dal punto di vista della nuova architettura? Del costruire verde?

Cercherò di rispondere senza fare facili ironie, anche se sarebbe facile dire che a Roma , salvo pochi sporadici ed isolati casi, siamo al medioevo. In tutte le banche del mondo i tassi dei mutui si abbassano in corrispondenza di un progetto certificabile per sostenibilità. Perché la redditività e l’affidabilità dell’operazione è riconosciuta come superiore rispetto alle altre. In poche parole, il fabbricato è più durevole, più efficiente. All’estero i finanziamenti per il green building sono all’ordine del giorno, in Italia non sanno proprio di che si parla. E pensare che Obama, appena insediato, ha dato direttiva che tutti i nuovi edifici pubblici fossero costruiti secondo gli standard LEED-GBC,  gli stessi del Villaggio Verde.

Come vanno le cose nel resto del mondo?

È una situazione di luci e ombre. Gli Emirati Arabi il petrolio ce lo vendono a noi. Per loro stanno costruendo grosse concentrazioni di edifici sostenibili e impianti da fonti alternative. Poi esistono paesi come la Russia, che hanno ugualmente materie prime ma le bruciano senza troppi complimenti. La Cina si distingue invece per i forti investimenti in opere pubbliche e nuove tecnologie. Degli americani abbiamo già detto. Noi in teoria saremmo i più geniali e capaci, ma la pressione fiscale, la spesa pubblica e il costo del lavoro ci distruggono.

Ecco, qual è la situazione italiana?

Sono mortificato da quello che si potrebbe fare ma non si fa. Lo verifico quotidianamente, impostando la mia produzione edilizia: lo studio del mercato, delle stime, delle previsioni, dei materiali, ecc… A Roma sembra una cosa avveniristica. Questo perché molti preferiscono fare gli speculatori invece che gli imprenditori, godere dei sistemi di monopolio, lavorare con i soldi degli altri. Quando sei disorganizzato perché non hai i controlli dei costi, dei flussi di cassa, alla fine fai il botto. Sono meccanismi di profonda ignoranza tipici degli improvvisati del mestiere. A fare villettopoli ci sono arrivati tutti. Gente che non sa nulla di architettura e si è improvvisata costruttore. Basta farsi un giro e accorgersi che le palazzine sono tutte uguali. Quando va male si chiude e poi si riapre con altro nome

Come è possibile tutto ciò?

In Italia è saltata la logica di impresa, ma non da oggi. Quando mi laureai mi resi conto che nelle imprese di Roma i tecnici davano fastidio perché facevano sì che tutto fosse chiaro. Al contrario vi era gente che non voleva che tutto fosse opaco. Quando le opere erano forfettarie, a metro cubo, spuntavano spese inimmaginabili. Il privato, in questo, ha copiato dal pubblico. E dire che se vai a vedere le imprese italiane che funzionano – Luxottica, Ferrari, ecc.. –  ti accorgerai invece che vivono di progettualità, stabilimenti all’avanguardia, tecnici di alto livello, ecc..

L’appuntamento per vedere il cantiere del Villaggio Verde e gli appartamenti ancora disponibili è in via Cagli 57.

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