Villaggio Verde Roma: il privato che funziona e il pubblico che arranca

Farsi un giro per il Villaggio Verde Roma con l’Architetto Pier Paolo Sigismondi, sentire i suoi racconti appassionati, è un po’ come dare forma reale a idee sane. Dall’ingresso di via Corrado Cagli 57 a Macchia Casal Palocco, è possibile visitare tutto il cantiere: un intero villaggio sul punto di esser terminato nella parte residenziale, uno spazio fatto di verde, tecnologia, sostenibilità. E dire che il Villaggio è solo ciò che nei paesi più sviluppati è ormai prassi consolidata, cioè un insieme coerente di abitazioni (tante le tipologie: dall’appartamentino di circa 40 mq alle ville angolari indipendenti) che ha a disposizione un parco pubblico, una pista ciclabile, una ricca vegetazione, futuri spazi commerciali e il meglio della tecnologia applicata alla casa (pannelli solari, riciclo delle acque, muri di schermo e frangisole, ecc..).  Abbiamo discusso con l’Architetto P.P. Sigismondi di questo e della filosofia che sta a monte di un intervento visitato per studio anche da studenti di università americane … -leggi tutto

Siete riusciti ad edificare un intero villaggio ecosostenibile dopo la completa urbanizzazione dell’area e la realizzazione di tutte le opere per le utenze (luce, acqua e gas). Come avete fatto?

Abbiamo innanzitutto  realizzato le opere pertinenti, il parco e le strade semplicemente perché è ovvio e opportuno per un insediamento residenziale …. Purtroppo noi italiani abbiamo l’allergia alla pianificazione ed all’organizzazione. Ho voluto invece dimostrare che fare tutto ciò è possibile anche da noi!

Dove ha trovato l’ispirazione per questo progetto?

Vengo da una famiglia laica, di architetti liberi, senza ideologie politiche precostituite,  che crede ad alcuni modelli residenziali nati in questa zona: Casal Palocco, Axa, Villaggio Azzurro, Villaggio Alitalia , Casal Bernocchi, Villaggio San Francesco, Villaggio San Giorgio, Casette Pater, ecc… Modelli che senza condizionati politici  volevano proporre insediamenti estensivi e non intensivi di sviluppo (non solo quindi metri cubi di “palazzine” se pur signorili e “blocchi” di edilizia economica e popolare). L’idea vincente di queste zone era ed è tutt’ora quella del “villaggio”. Oggi invece vedo ancora costruire  nel nostro territorio palazzine di 8 piani … oltre il degrado dell’ormai consueto abusivismo edilizio.

Che punti di forza ha il modello “villaggio”?

Il concetto di villaggio è fortemente interconnesso con il territorio: lo preserva, non lo violenta, incentiva la socializzazione e non l’isolamento. Insieme a mia sorella, l’arch. Pier Angela Sigismondi abbiamo ideato Villaggio Verde ed insieme a consolidati soci e storici amici costruttori,  Mario e Pierluigi Matteoni , lo abbiamo realizzato , investendo risorse, professionalità e fondi personali nel complesso in generale e per tutte le infrastrutture che poi diverranno pubbliche . Purtroppo ho persino incontrato qualcuno che mi ha detto: «Architè, ma solo te vuoi le strade fatte bene a Roma ?!». Quando sento certe cose mi bolle il sangue. Voglio dimostrare ai miei figli e i loro coetanei, che certe cose “civili” si possono fare anche qui da noi, non solo nel resto del nord d’Italia , d’Europa o del mondo . Vengo da una cultura professionale per la quale mi piace parlare di “utile” d’impresa non di “profitto” , e voglio guadagnare sulla buona organizzazione e il buon prodotto di una “produzione edilizia”… non voglio nulla “ speculando” sulla pelle degli altri.

E invece di solito si pensa ai costruttori in maniera diversa…

Il costruttore è percepito in Italia e a Roma in particolare come un lestofante. Io voglio invece che i miei clienti ci offrano un caffè! Ho il dovere di spiegare e comunicare per bene quello che noi tutti facciamo per loro. Ci siamo abituati all’idea che servire è un’umiliazione, che dare un buon servizio ed essere efficienti è da ingenui … a Roma si dice qualcosa di più volgare! Da noi ha un’accezione positiva spesso la parola “furbo”. In tutto l’Occidente con poche ma chiare norme, con equità fiscale si riesce a rispettare le regole e contribuire alla “res pubblica” (inventata proprio qui a Roma…) . Qui da noi invece professionisti specializzati nella “produzione di burocrazia” invece inventano da anni norme bizantine, ci gestiscono le cose pubbliche a loro solo interesse e il tutto produce il solo principio di una “presunta malafede” ovunque. Ovvio quindi che vengano aggirate le norme e che le cose pubbliche vengano abbandonate al declino dalla comunità , purtroppo ormai assuefatta a tale andazzo.

È per questo che avete realizzato innanzi tutto gli spazi pubblici?

Ripeto , abbiamo innanzitutto  realizzato le opere pertinenti, il parco e le strade semplicemente perché è ovvio e necessario per un insediamento residenziale (!!!) …. e poi pensate : lo prevede la legge dal 1942! Oggi il Municipio mi dice che non ha i fondi per prenderle in carico e gestirle! Ho dunque proposto di gestirle come società o come supercondominio (oggi il codice, come in tutta Europa, contempla la possibilità di adottare il verde pubblico). In Municipio maggioranza e opposizione hanno cominciato a litigare , il Comune se ne lava le mani e la Regione mette i bastoni tra le ruote sulle modifiche che lo consentirebbero. Ad oggi, delle opere pubbliche del Villaggio Verde Roma (strada, verde, illuminazione, are a giochi per bambini, campi di calcetto e di beach volley) sono chiuse e tutti se ne fregano. Opere collaudate, belle, funzionali e potenzialmente fruibili… ma c’è molto altro che ora è per me difficile sintetizzare in questa intervista sia su Villaggio Verde che altro in generale sulla nostra parte di città , come ad esempio la mia proposta (anche riportata in un vostro articolo 13magazine del ….) “Storia di un sogno chiamato : Municipio della sostenibilità”.

 

ESSEMME SRL (Sigismondi-Matteoni costruzioni) VILLAGGIOVERDEROMA :

 

Pier Paolo Sigismondi (studio Architetti Sigismondi) :

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